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sabato 25 giugno 2011

Parliamo di Aids

E ora una testimonianza diretta, raccontata da me. Sembra un ossimoro, ma ne voglio parlare. ho pensato che il titolo potrebbe essere "Io ce l’ho. Una testimonianza diretta. Da vicino nessuno è più diverso.* Sono nato da queste parti. Ora vivo lontano, dove ho trovato un po’ di pace, a poco più di trentanni dalla mia nascita. Inizierò le cure tra poco, mi hanno detto che il “mostro” dorme, ma che bisogna diffidare. Faccio parte della genia che si dice colpevole della diffusione dell’Aids. Per altri invece, i veri destinatari dell’azione scientifica di distruzione perpetrata sotto il velo di una maledizione virale inesistente in realtà: assieme ad altri disperati logicamente, per ragioni diverse: eroinomani, negri. Mancano gli ebrei e i comunisti, per parafrasare Guccini. Gli ebrei, a dire il vero, ci sono già passati, immemori di tanto orrore, a vederli riproporre oggi gli stessi schemi nel ruolo opposto. D’altronde, non erano forse anche loro come noi “maledetti da Dio”? beh, se non da Dio, ora lo sono sicuramente da qualche famiglia palestinese. Più di qualcuna. Sinceramente, non vedo nessuna differenza tra Shabra el Shtila e Auscwitz. Proprio nessuna. Disperati. Come me che devo cercare esilio solo per poter vivere con dignità la mia condizione di ragazzo omosessuale. Come me che sono stato violentato a 15 anni. Da chi secondo voi? Leggete le cronache di questi giorni e avrete la risposta. Non occorre andare in Irlanda, o negli Stati Uniti. Ce la caviamo discretamente anche noi in Italia, per questo. E adesso, questo “Castigo di Dio”, anatema sulla bocca degli stessi che mi hanno già castigato, di loro. Buffo, no? È difficile convivere con il “bisso”, come lo chiamo io. Non so cosa farò e come vivrò. Se vivrò. Non so se tutto ciò sia vero o falso, in questo momento mi è distante, questa cosa. Dio ha già giocato abbastanza con me, direttamente o per procura. È ora di finirla. * Questo articolo fa riferimento ad un ragazzo di Schio, mio carissimo amico, che vuole mantenere l’anonimato.

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