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venerdì 18 marzo 2011

Parliamo di Aids

ALCUNI ARIDI DATI…..che ci possono aiutare a capire.... L’Africa. Il Dott. David Rasnick, membro della Commissione Presidenziale Sudafricana, ha descritto l’epidemia africana di AIDS con le seguenti parole: "Se si smettesse di usare il test HIV l’epidemia africana di AIDS scomparirebbe". Il WHO (World Health Organization) produce un bollettino settimanale chiamato WER (Weekly Epidemiological Record) nel quale vengono riportati i totali cumulativi di tutti i casi di HIV/AIDS registratati in ciascun paese del mondo, totalizzati per paese e continente: • Bollettino n. 47 del 26 Novembre 1999 - totale casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Nov. 1999: 794.444 • Bollettino n. 47 del 24 Novembre 2000 - totale casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Nov. 2000: 876.009 • Bollettino n. 49 del 07 Dicembre 2001 - totale casi HIV/AIDS registrati in Africa dall’inizio dell’epidemia al Dic. 2001: 1.093.522 Come si vede i casi registrati in Africa negli ultimi due anni sono 299.078. Davvero poca cosa se si pensa che in Africa vivono 760 milioni di persone e ne muoiono più di 10 milioni all’anno, di cui un milione per malaria. Purtroppo il WHO preferisce dare evidenza alle stime invece che ai dati ricevuti dai paesi interessati, ed ecco allora comparire 30/40 milioni di malati ed avviare una crociata contro questo flagello biblico. L’epidemia vera è quella di menzogne. In Africa esistono da sempre patologie tipiche della povertà e molto diffuse: aggiungiamo il test che risulta tendenzialmente positivo in presenza di una qualche patologia (vedere la lista dei fattori che possono causare una risposta positiva al test HIV) e il gioco è fatto. Chi prima moriva di tubercolosi o diarrea oggi muore di AIDS. Nessun problema, l’uomo bianco dispone della medicina giusta. Ma è troppo costosa, i paesi africani non possono permettersela. Nessun problema, l’uomo bianco ha anche la banca mondiale e può concedere prestiti molto vantaggiosi per acquistare le miracolose medicine occidentali. Stanziamenti Usa Il 1 Maggio 2000 la Casa-Bianca ha dichiarato l’AIDS una minaccia per la sicurezza nazionale, e ha dato con ciò mandato alla CIA per gestire ufficialmente la faccenda. Viene spontaneo pensare che la minaccia sia rappresentata dalla diffusione dell’epidemia negli USA, ma non è cosi: i dati del CDC (Center for Disease Control) mostrano che i casi di AIDS negli ultimi anni sono calati notevolmente, e sono circa il 30% rispetto al picco degli anni 92/93. Il problema non è quindi la crescita del fenomeno, ma, per quanto paradossale e grottesco possa apparire, l’esatto contrario, la sua eventuale scomparsa. Sono ormai così imponenti gli interessi economici politici e burocratici legati al virus HIV che la sua morte prematura potrebbe sconvolgere parecchi equilibri: • 100.000 ricercatori e medici, in buona parte americani, hanno carriere e stipendi legati al virus. • 93 miliardi di US$ (oltre 200.000 miliardi di lire) sono stati stanziati fino ad oggi nei soli Stati Uniti per le ricerche sull’AIDS. • più di 1000 associazioni raccolgono in totale migliaia di miliardi di lire all’anno per aiutare i malati di AIDS. • alcune decine di migliaia di miliardi di lire all’anno impinguano i bilanci delle multinazionali del farmaco con la vendita dei farmaci "salvavita" antiretrovirali e dei test HIV (ELISA, Western Blot, Viral Load) • organismi come USAID (U.S. Agency International Development) UNAIDS (United Nations AIDS program), WHO (World Health Organization), ricevono stanziamenti annuali di migliaia di miliardi di lire per combattere l’AIDS. L’ONU ha appena chiesto uno stanziamento di 20.000 miliardi di lire per affrontare l’emergenza. C’è da credere che tale virus sarà tenuto in vita artificialmente per parecchio tempo. C’è anche da credere che la successione temporale tra la lettera del Presidente Mbeki e l’annuncio della Casa Bianca non sia pienamente casuale. D’altronde lo stesso Mbeki ha apertamente accusato la CIA e le multinazionali del farmaco di aver orchestrato la campagna di discredito nei suoi confronti. Tutto ciò non deve stupire. Il dissenso ha ripetuto le proprie critiche per 16 anni senza che l’establishment scientifico e gli interessi che esso rappresenta, e da cui è sostenuto, si sentissero minimamente minacciati, visto il loro enorme potere e la conseguente capacità di emarginare e imbavagliare i settori della scienza non graditi. Ma ora il Presidente Mbeki con la sua Commissione mista sull’AIDS ha dato voce alla dissidenza, e la recente relazione (Presidential AIDS Advisory Panel Report), pubblicata nel mese di Marzo 2001, prevede 10 progetti di ricerca che potrebbero seppellire la teoria ufficiale sull’ipotesi virale dell’AIDS. Forse si capisce come mai, in questi ultimi mesi, il tam-tam mediatico sui 30 milioni di malati africani ha suonato senza tregua al massimo del volume. POPOLO BUE, SVEGLIATI!!!!

sabato 12 marzo 2011

Parliamo di Aids

E ora alcune notizie per aiutarci a capire l’origine dell’Aids... Vogliono essere dei semplici spunti di riflessione personale per formarsi una propria idea in tutta libertà il titolo dle documento è: "Vaccinazioni anti-vaiolo decisamente sospette." leggetelo, le fonti le trovate in calce, ne vale la pena.... "Il ruolo dell'OMS, braccio militare della CDC, è fondamentale. L'OMS ha in mano la completa gestione dell'affare pandemia suina. E ne stanno venendo fuori delle belle. Secondo un articolo apparso con rilievo sul quotidiano Times di Londra, l'epidemia AIDS in Africa ed in America Latina segue in modo più che sospetto la vaccinazione di massa contro il vaiolo effettuata nei primi anni '80. Per estirpare il vaiolo dalla faccia della Terra, l'OMS avrebbe vaccinato almeno 70 milioni di neri nella sola Africa Centrale. C'è addirittura chi sospetta cose ancora peggiori, nell'ambito di quelle vaccinazioni. Uno sbalorditivo documento di Henry Kissinger sullo spopolamento. Il Memorandum 200 per la Sicurezza Nazionale USA, redatto nell'aprile 1974 dall'allora consigliere americano Henry Kissinger, è un documento sbalorditivo ed esplicito, tenuto segreto per diversi anni, ma reso di dominio pubblico nel 1990. Tale Memorandum afferma che Lo spopolamento dovrebbe essere la principale priorità della politica estera americana verso i Paesi del Terzo Mondo. Riaffiorano dunque gli antichi legami nazi-americani. Cosa si cela dietro l'AIDS? L'opinione dei neri d'America. Il discorso economico e speculativo che sta alla base dell'AIDS non va certamente sottaciuto. Ma il dispiegamento massiccio e totale di forze e di mezzi, la determinazione politica e l'aggressività con cui il progetto AIDS è stato portato avanti negli anni, fa di sicuro pensare a qualcos'altro di ancora più importante. Cosa si cela dietro l'AIDS? La risposta la dà all'unisono la popolazione nera degli Stati Uniti, che conosce meglio di ogni altro la sua gatta da pelare: L'unico dato in comune tra le vittime dell'AIDS non è né il sesso né la droga, ma sono le manipolazioni dell'uomo bianco. Secondo i neri d'America, ai drogati viene fornita eroina opportunamente tagliata con sostanze che massacrano il sistema immunitario, mentre gli omosessuali e gli africani vengono infettati mediante vaccinazioni di massa, col pretesto di proteggerli da altre malattie. Una operazione segreta ma non troppo nei laboratori di Ford Detrick. La rivista New York Native pubblicò nell'83 la lettera di un dipendente del laboratorio di guerra biologica di Fort Detrick, il quale assicurava di aver partecipato all'operazione che era iniziata nel 1978. La lettera era anonima, ma venne pubblicata in URSS dalla Literaturnaya Gazeta (il 30/10/85). In Brasile, la notizia che il virus HIV era un prodotto dell'ingegneria genetica a fini di sterminio fu pubblicata dal giornale Estado de San Paolo, e rimbalzò sul Sunday Express londinese del 26/10/86 e sulla Pravda moscovita del 31/10/86. La rivista francese Eléments (N.63, 1988) rilanciò l'accusa con un aticolo titolato AIDS, il Pentagono sotto accusa. Le spiegazioni di Jacob Segal sul cocktail chiamato HIV. Jacob Segal, docente di biologia alla Humboldt Universitat in Germania, ha dichiarato che il piano AIDS fu avviato nel laboratorio di Ford Detrick nel Maryland, centro di ricerche su armi chimiche e batteriologiche. Nel suo opuscolo del 1986 intitolato AIDS, Una Malattia Costruita in America, parla della quasi identità dell'ipotizzato virus HIV con altri due virus chiamati VISNA, o bovine leukemia virus (BLV), malattia mortale di pecore e bovini, e HTLV-1, che colpisce le cellule T nell'uomo, senza essere mortale. Segal conclude che il laboratorio di alta sicurezza di Ford Detrick realizzò l'unione di questi due virus VISNA e HTLV-1, dando luogo a un cocktail chiamato HIV, tra il 1977 e il 1978. Le varie ipotesi sulle manovre legate all'HIV. Tale miscela venne testata su carcerati che decidevano volontariamente di partecipare all'esperimento in cambio della libertà anticipata. Ma i sintomi non si manifestarono prima di sei mesi. I test furono considerati fallimentari e i carcerati, molti di essi omosessuali, furono liberati. Nel 1979 si manifestò il primo caso conclamato di AIDS. Secondo un altro ricercatore, Robert Strecker, l'HIV sarebbe stato iniettato volutamente ai membri della comunità omosessuale americana durante il piano di vaccinazione contro l'epatite B. C'è da dire che tutte queste ipotesi non ci convincono molto. Perché darsi tanto da fare a bioingegnerizzare strani cocktail, se per causare la distruzione di una persona è più che sufficiente sottoporla a una semplice cura di AZT che lo manda tranquillamente all'altro mondo? Il dossier Global 2000 e le profezie sulle varie crisi di cibo e risorse. Un altro documento agghiacciante è il Global 2000 Report to the President, presentato dal Dipartimento di Stato americano. Questo dossier fu elaborato dal Consiglio della Casa Bianca per l'Ambiente e dal Dipartimento di Stato, a partire dai primi giorni della presidenza Carter. Decine di alti funzionari e centinaia di consulenti hanno lavorato a questo rapporto che proponeva di fare del controllo demografico la pietra angolare delle politiche di tutti i futuri presidenti americani. Nel rapporto, e nei documenti che lo accompagnano, si trova tutta una serie di profezie terrorizzanti: crisi delle risorse idriche, penuria di energia, penuria di cibo, carenza di materie prime strategiche, necessità di triplicare stalle e macelli, necessità di sviluppare gli OGM rendendo i cereali più produttivi. Produrre di più e ridurre le bocche da sfamare, partendo dalla gente parassitaria. Questa la filosofia che si evince dalla cartella Global 2000. Dal momento in cui questo documento è stato reso di dominio pubblico, e sono perciò cadute le false reticenze, sezioni intere del governo americano stanno lavorando disinvoltamente e senza più alcun imbarazzo alla messa in pratica delle sue raccomandazioni di genocidio." Fonte: www.anticorpi.info – Valdo Vaccaro - Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista) - Direzione Tecanica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

mercoledì 16 febbraio 2011

Parliamo di Aids

E ora un occhio ai riflessi sociali della faccend, per dare un'idea dell’ambiente in cui ci muoviamo il testo è mio, ho deciso di intitolarlo: "L’ecatombe sociale di una comunità gay" di Ricky “Peterpan” Carlassare * Come può essere che tutto ciò possa accadere? Semplice, basta darsi uno sguardo intorno. Il razzismo di cui la nostra società è intrisa è sotto gli occhi di tutti, parliamo pure anche solo d’Italia, in senso razziale siamo così dimentichi del nostro ruolo di emigranti vissuto solo un paio di generazioni fa, da far inorridire chiunque abbia un po’ di buon senso e di memoria storica. C’è una bellissima parola in veneto, “foresto” che raccoglie dentro di se tutto quello di cui andiamo cercando per capire la sociologia di questa….”Nazione”. Se ci stupiamo dell’ecatombe di Frisco, di quegli anni in cui i gay sono stati trattati come appestati ed è stato tentato di isolare una comunità per arrivare a distruggerla, se non altro socialmente, arrivando a chiudere tutti i punti di ritrovo, non dimentichiamo che a Milano, ad un ragazzo omosessuale che ha avuto l’onore, pace all’anima sua, di essere uno dei primi morti di Aids in Italia, il parroco rifiutò il funerale in chiesa, in quanto pericoloso per i suoi parrocchiani, e lo fece citando il Cardinale Siri, allora Arcivescovo di Genova, che affermava, tra la tacita condivisione di tutti, che l’Aids era “La Peste del Secolo, il Cancro dei Gay”, e quindi, giocoforza, giusta Punizione di Dio, per chi appunto, ne violava gli insegnamenti. Chissà di cosa si occupa oggi, il nostro baldanzoso Cardinale, ammesso sia ancora vivo. Charles Vella, in un suo libro, scrive indispettito che gli infetti rifiutavano di comportarsi da tali, in ultima analisi. Citando il suo libro: “ Un esempio di questa problematica è costituito dal tentativo fatto negli Stati Uniti di chiudere le saune frequentate da persone a rischio (ipocrita! N.d.R.). Alcuni sostenevano che la salute pubblica e la prevenzione ne esigevano la chiusura. A San Francisco il Commissario per la Salute Pubblica optò per la chiusura in base al parere di noti medici (Aiuto! N.d.R.). i tribunali decisero che ciò costituiva, da un punto di vista costituzionale, una restrizione della libertà (Ma và?!? N.d.R.), e di conseguenza le saune furono riaperte con innumerevoli conseguenze per la collettività, oltre che per la spesa sanitaria pubblica”. Questo dice il buon Charles, con la perla della chiusura finale sulla spesa pubblica: allucinante, di cosa dovremmo meravigliarci più? Vi assicuro che se vi prendete la briga di leggere oltre c’è di che divertirsi. Ma questo è solo un esempio. Per venire alla nostra amata terra, ricordo qualche giorno fa una lettera di un certo De Toffoli, o qualcosa di simile sul Giornale di Vicenza, il quale dissertava sulla questione della perla di quell’altro coglione di Genova, su omosessualità = pedofilia ( e potremmo aspettarci qualcosa di più?), logicamente dandogli ragione, farfugliando di lussuriosi e pervertiti. Quello che più colpiva era la pubblicazione della lettera in maniera pedissequa da parte del Giornale, senza cioè stigmatizzare o prenderne le distanze con un filo di nota. No, niente di tutto questo, ma il peggio è che non è consapevole, cioè non se ne sono accorti, perché la pensano allo stesso modo. Un Giornale che ne avrebbe ben altre da guardare, nella nostra amata cittadina, che detiene il record di chiese, lap dance e puttane allo stesso tempo. Non sembra cambiata molto la situazione, dai tempi di “Signori e Signore, buonasera!” * Uomo libero, ama pensare, scrivere e rimanere vivo.

Parliamo di Aids

E ora torniamo un po' seri e parliamone dal punto di vista scientifico, grazie a Rayan... Compilare una lista delle errate piste seguite rigidamente e alla cieca dall’establishment americano significherebbe scrivere un volume della mole della Divina Commedia. Certo è che se Koch e Pasteur avessero saputo quello che le loro scoperte avrebbero causato, forse avrebbero lasciato che i batteri là dov’erano e la popolazione con la credenza che le malattie fossero punizioni divine. Infatti, con le importantissime scoperte dei due è scoppiata la moda della batteriologia, e immediatamente dopo, quando i batteri scarseggiavano, della virologia. Ciò che è mancato alla classe medico-scientifica e ciò che manca tutt’oggi è l’analisi critica dei dogmi: i finti Sherlock Holmes della ricerca medica nella foga di emulare la fama dei padri della batteriologia, si sono dimenticati tutto ciò. Il denaro, i premi Nobel, le onorificenze, la carriera li ha distolti dalla virtù e dalla soddisfazione personale, inducendoli a commettere terribili stragi. Grazie a Dio, ci sono ancora quelli che lottano per le giuste cause e cercano di emulare ciò che Koch e Pasteur sono stati veramente. Microbi che non soddisfavano i postulati di Koch, vaccini non testati, farmaci dannosi non sperimentati: varie sono i mezzi con cui virologi e case farmaceutiche hanno cercato di accaparrarsi più fondi e profitti possibili senza scrupolo. Lo stesso Koch aveva travisato il terzo dei postulati dai lui elaborati nelle ricerche sul colera, ma quella che iniziò con i primi del Novecento fu una vera e propria caccia ai microbi. Prima lo scorbuto, poi il beriberi e la pellagra, tutte patologie causate da deficit vitaminici, furono attribuite a batteri, nonostante studi ed osservazioni avessero chiaramente dimostrato la schiacciante correlazione con le diete dei pazienti. Negli anni Cinquanta e fino a tutt’oggi si cerca, poi, di attribuire la neurosifilide, fase degenerativa della sifilide che colpisce il sistema nervoso, al bacillo della sifilide, nonostante il fatto che per questa patologia non soddisfi i postulati di Koch e sia scomparsa negli anni Cinquanta con l’introduzione della penicillina nella terapia dei malati di sifilide a scapito dell’arsenico e del mercurio, molto dannosi per il cervello. Quando i batteri cominciarono a scarseggiare però ci si spostò sui virus, gli appena scoperti microrganismi non viventi e ben presto Walter Reed e altri scoprirono decine di virus che causavano malattie. Dopo la Seconda Guerra Mondiale però una speranza si tramutò in tragedia: in pieno periodo di diffusione della poliomielite, l’ultima grande malattia infettiva, noti ricercatori come Jonas Salk in breve tempo misero a punto un vaccino contro il virus. Nel 1954 partì su tutto il territorio americano una sperimentazione per testare il vaccino Salk su 400.000 bambini e il ministro della Sanità autorizzò l’uso del vaccino. L’anno dopo però più di 200 bambini si ammalarono di polio e alcuni morirono: il vaccino aveva provocato la malattia nei pazienti. Il ministro diede le dimissioni e il vaccino fu abolito. La polio è stata l’ultima grande malattia infettiva. Ma allora i virologi? Che cos’hanno fatto per cinquant’anni? Con l’”invenzione” dei lentivirus si dedicarono vanamente alla ricerca di virus che causassero le malattie neurodegenerative come la Sclerosi Multipla o lo Smon, un epidemia scoppiata negli ‘60 in Giappone, pochi anni prima delle Olimpiadi, ma in realtà non se ne sa molto poiché è rimasta una questione nazionale. Questa malattia scoppiò e si diffuse in particolari gruppi a rischio che, come molti avevano notato, prendevano un farmaco, il clioquinol, tra l’altro in dosaggi altissimi poiché i medici prescrivevano dosi sempre più alte a mano a mano che la patologia degenerava, proprio a causa del farmaco: un vero e proprio circolo vizioso. Per vent’anni furono istituite solo equipe formate da virologi e batteriologi che trascurarono l’evidente dannosità del farmaco e si concentrarono nella ricerca di un virus o di un batterio che potesse causare lo Smon. Solo nel 1972 quando fu istituita una commissione composta da tutti i tipi di ricercatori e non solo esperti di virus e batteri fu chiaro a tutti che la vera causa della malattia era il farmaco. Il bilancio delle vittime causato dall’intransigenza dell’establishment medico farmaceutico è stato però molto alto. Il passo successivo dei virologi fu quello di diventare “oncovirologi”, ossia di dedicarsi al cancro. Ma qui il paradosso è ancora più grande: un virus si riproduce in una cellula viva e il processo termina con la morte della cellula ospite; il cancro invece è una malattia di cellule che non muoiono, bensì continuano a vivere e crescono troppo bene. Come ci può essere una qualsiasi correlazione? E l’Aids? Non vi sembra l’ultima spiaggia dei virologi? Un bis dello Smon? Una malattia che ha permesso ai virologi di lavorare e alla case farmaceutiche di specularci sopra?

Parliamo di Aids

E ora immaginiamo che ne parli il buon vecchio Ernesto, pardon, Oscar :-) "L’importanza di chiamarsi Aids" di Oscar Wilde* Davvero, non mi sembra possibile. Se è vero che il matrimonio può condurre a nefandezze terribili – che so, usare champagne di bassa qualità, ad esempio – certo questa questione non è da meno. Si può proprio dire, data l’evoluzione del caso, che gli strati inferiori della società non ci diano neanche il buon esempio, e qui ci dovremmo domandare, ma a cosa serviranno poi mai, allora? Se è vero che, come classe, non hanno la minima responsabilità delle loro malefatte, è realtà anche che questa notizia, a dire il vero oggettivamente positiva, ci permette di risparmiare la fatica di riporre in soffitta una sequenza infinita di ritratti di persone di colore, di omosessuali e di drogati – ah il buon vecchio assenzio dei miei amici francesi! e l’oppio, l’oppio dolce fumato, quella si che era classe…..- ritratti che avrebbero riempito le soffitte di Buckingham Palace, tante le riprovevoli figure e sfatte. Inoltre, dato per certo che è assurdo definire con regole precise quel che si deve leggere o no, è ovvio che più della metà della cultura moderna si fonde su quello che non si dovrebbe leggere: come questo giornale, appunto. E questa notizia, di conseguenza. Può creare una falsa impressione. Come i dentisti. Ricordo infatti che perfino dai dentisti si aveva paura di andare. Almeno il dentista era trasversale, non faceva differenze. Forse dovrei tenere un tono di più elevata moralità, in questo commento, ma, si sa, ciò non è giovevole per la salute, ma per la felicità, quindi preferisco tenere un distacco, un tono lieve, che più si confà a tutto questo, forse. Alla fione, non si tratta solo di un po’ di Bumburismo. Chi si inventa l’amico, e chi il virus. E tanto peggio per chi non ha il ritratto in soffitta. Poteva pensarci prima. Questa faccenda ha del surreale, innanzitutto, e ciò mi piace, non può essere altrimenti. Il piacere come condanna intrinseca, questo si che è piacevolmente imperfetto, come una sigaretta. E poco importa se ci siamo fumati, perdonate il gioco di parole, un’intera generazione. Io mi son salvato, se come è vero, tutto il mio genio l’ho messo nella vita; nella finzione, nell’invenzione, ci ho messo solo il talento: perché non inventare un altro virus allora? Se non altro sconfiggeremo la noia, e questo scopo mi sembra ben più nobile del mero arricchimento che sembra abbia spinto i colpevoli di quanto ho letto. Che dire di più? * Scrittore di teatro e non solo, appassionato di ritratti e soffitte, fortemente coinvolto personalmente nella vicenda

lunedì 7 febbraio 2011

Parliamo di Aids

E adesso giochiamo con uno che la sa lunga sulle epidemie, immaginiamo il commento di Gustav Von Aschenbach*, che abbiamo conosciuto grazie al grande Mann in "Der Tod in Venedig" "Morire per amore platonico o per un virus irreale" di Gustav Von Aschenbach "Ho sentito di questa notizia durante il mio soggiorno al Lido. Solo il giorno prima l’inglese dell’agenzia mi aveva detto: “Farebbe bene a partire!”. Io non sono partito, ma solo per lui. In fondo di voci se ne sentivano tante,anche contraddittorie, ma il Des Bains si svuotava ogni giorno di più, e a Venezia le disinfezioni si sprecavano. Non si poteva non vedere, a meno che non si soffrisse della cecità dell’amore. In fondo, che ci fosse qualcosa di stonato, ero riuscito ugualmente a percepirlo. Come se questo soggiorno fosse immerso, o pervaso, di qualcosa di diverso, qualcosa che va oltre il vivere quotidiano. Segnali, forse. O segni, come disse tanti anni fa uno che la sapeva lunga. Attenti ai segni. Quell’uomo in battello, non era forse un segno? Ganimede perverso e debosciato, così fasullo da mettere a disagio. E il borbottio incomprensibile e inquietante del gondolire, poi sparito, come se anche lui stesso non fosse reale, solo un segno, appunto, un messaggio mandato da chissà chi. Tutto mi voleva qui, e tutto mi tratteneva. Quasi dovessi andare incontro al mio destino, tutto già deciso…. Ma ora, questa notizia, che mi si chiede di commentare: dunque il virus che uccide non esiste, è stato inventato. Ma se non posso più morire per amore, che significato ha la bellezza? Il mio amato, il mio Dio, se ne tornerà a casa quest’oggi. Salvo. Così come poi toccherà a me. È una buona notizia? Non so. Bisogna tacere, pensavo ier l’altro. Dunque menzogna, fatta a stile di vita. Questo e altro, per il piacere della sua connivenza. Quindi se giustifichiamo la menzogna dei singoli, lo stesso deve essere per i governanti. Ora che ne è stato dei morti allora – solo a Venezia decine. E di cosa son morti poi? E la menzogna, cosa nasconde, e a chi giova? Non ho le risposte. In questa spiaggia battuta di Scirocco mi sento stanco. Guardo il Tadzio in lontananza: “ giacchè la bellezza, considera, Fedro, la bellezza soltanto è divina e visibile a un tempo”. Chiudo gli occhio e lo vedo, lo vedo nelle calli voltarsi di tre quarti, colgo il suo sguardo complice e innocente al tempo stesso, i capelli ricci alla nuca, color del miele, le ascelle come quelle di una statua, il viso eloquente, gli occhi color crepuscolo. Si può morire per un amore così? Sarebbe la cosa più dolce." * Questo commento è purtroppo arrivato postumo. Il grande compositore Gustav Von Aschenbach è stato trovato morto sulla sua sdraio, presumibilmente poco dopo aver scritto queste righe. Ringraziamo il personale del Des Bains per averci fatto gentilmente pervenire questo pezzo in tempo per la pubblicazione.

sabato 5 febbraio 2011

Parliamo di Aids

E ora immaginiamoci cosa ne direbbe Robert Koch.... Aveva ragione Kary Mullis quando affermava “Sappiamo che errare è umano, ma l’ipotesi Hiv-Aids è un errore macroscopico”, e ha ragione tutt’oggi. È un errore paradossale cercare di attribuire a un microbo una malattia così eterogenea come l’Aids. Gli errori del passato dovrebbero averci insegnato qualcosa: ogni qualvolta si sono ignorati i criteri basi della batteriologia sono successi disastri: lo Smon e la pellagra sono alcune delle più eclatanti stragi compiute dalla classe medica. Ma questi non dovrebbero men che meno essere ignorati quando ad essere accusato è un virus, organismo non vivente a differenza dei batteri, che facilmente riescono ad adattarsi agli habitat in cui sono costretti a vivere. I criteri di base quindi, che in questo caso sono i postulati che dopo anni e anni di ricerche su tubercolosi e carbonchio ho elaborato non dovrebbero essere trascurati in quattro e quattr’otto: Gallo e Montagnier sbagliano quando per difendersi affermano che è cosa bizzarra attenersi a dei postulati formulati cent’anni fa. In realtà, questi criteri che elaborai sfruttando dati desunti da Henkle e Klebs e numerose ricerche sul carbonchio dei bovini e tubercolosi, si basano su una logica elementare, e sono importanti più che mai al giorno d’oggi, dove le tecnologie ultrasensibili hanno creato una gran confusione nella medicina molecolare. La Pcr di Mullis e il nuovissimo postulato “nuova malattia, nuovo agente” sostenuto da Gallo e Montagnier non devono in alcun modo distogliere gli scienziati dall’onesta ricerca scientifica. Come si potrebbe attribuire la patogenesi dell’Aids a un microrganismo che non soddisfa i criteri base della virologia? Sebbene io stesso trascurai il terzo postulato nelle mie ricerche sul colera, questo soddisfava almeno due delle tre regole fondamentali. Ma l’Hiv non ne verifica nemmeno una, che sia una. Un virus dovrebbe essere presente in gran quantità nei tessuti di tutti i malati. Ma come potrebbe essere verificato questo caposaldo quando i virioni di Hiv sono pressoché assenti nelle lesioni del sarcoma di Kaposi e nei neuroni cerebrali nei malati di demenza, mentre nel sangue sono presenti solo poche centinaia o migliaia di particelle virali per millilitro di sangue? Solo 1 su 500 linfociti T risulta infetto da un virus peraltro inattivo e non in grado di replicare, mentre sono presenti in grandi quantità gli anticorpi per il virus. È programma delle scuole superiori e dei primi anni della facoltà di medicina lo studio del sistema immunitario. Ogni persona, in un modo o nell’altro, sa che gli anticorpi sono il simbolo del trionfo del nostro corpo su un germe. È da tralasciare anche questo? In secondo luogo un germe deve essere isolato e coltivato in colture non contaminate: ciò è sempre stata una spina nel fianco per i ricercatori. Io stesso dovetti inventare un nuovo metodo, la piastra del Petri, per riuscire ad avere colture che non fossero irrimediabilmente infettate da altri microrganismi. Potrebbe sembrare che l’Hiv soddisfi ciò, visto che viene abitualmente isolato e coltivato nei laboratori di mezzo mondo: niente di più falso, tutta apparenza. L’isolamento da laboratorio è artificiale e non rappresenta il reale stato del virus nei malati. Nel corpo umano questo è raro e inattivo tanto che ci vogliono in media mille rapporti per trasmetterlo sessualmente a un'altra persona. Ciò induce i medici a prelevare ingenti quantità di globuli bianchi dai pazienti e trattarli con sostanze chimiche per riattivare il microbo. Nemmeno il terzo postulato è infine soddisfatto. Infatti, quello che la comunità scientifica è descritto in tutto e per tutto come un virus kamikaze, ahimè, non provoca quasi mai la malattia se inoculato in organismi sani, nemmeno nel fantomatico periodo di latenza di dieci anni. Né infettando animali da laboratorio, né con infezioni accidentali a persona umane, né con esperimenti di vaccinazione, né su cellule umane in coltura artificiale e nemmeno nei neonati l’Hiv riesce a superare il terzo “test”. Ma a questo punto, non dovrebbe sorgere il dubbio di aver corso un po’ troppo? Non è forse che l’Hiv è un virus di transito, innocuo, inattivo e quindi innocente che le tecnologie innovative degli ultimi anni hanno casualmente scovato? Non sarebbe meglio prosciogliere questo microscopico germe dalla falsa accusa di essere il responsabile dell’Aids e ricercare le effettive cause della sindrome? Continua.....